Le tecnologie della retina artificiale

Le vecchie retine artificiali risalenti ad un periodo compreso tra il 2011 e il 2016 sfruttavano tecnologie decisamente diverse rispetto a quelle dell'attuale retina artificiale organica sviluppata nel 2017 con enorme successo.


Il vecchio sistema consisteva in un dispositivo impiantato nell'occhio e costituito da un microchip, un'antenna per ricevere energia e segnali esterni e una matrice che forniva la stimolazione elettrica alla retina.
Gli "occhi" della soluzione consistevano in un sistema di telecamere esterne, collocate negli occhiali del paziente, che catturavano e digitalizzavano le immagini.
L'impianto sfruttava inoltre un sistema di telemetria per fornire il segnale allo strumento impiantato e  trasmetteva la corrente elettrica nella retina, fornendo al paziente una qualche forma di visione:
ad esempio i soggetti potevano vedere la luce e il buio, vedere quando qualcuno si avvicinava a loro, distinguere le linee sul pavimento, riconoscere finestre e porte e persino discernere numeri e lettere grandi.

La retina artificiale organica del 2017 sfrutta invece un altro sistema.
Il dispositivo è in grado di convertire gli stimoli luminosi in un'attivazione elettrica dei neuroni retinici risparmiati dalla degenerazione causata dalla retinite pigmentosa.
La stimolazione luminosa provoca l'attivazione della retina artificiale priva di fotorecettori, mimando la funzione naturale dei coni e dei bastoncelli presenti normalmente nella retina sana.
Si è notato che la nuova retina ha ripristinato nei pazienti operati il riflesso pupillare, le risposte corticali elettriche e metaboliche agli stimoli luminosi, l'acuità visiva e orientamento nell'ambiente guidato dalla luce.









Fonti:
http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/biotech/2017/03/07/ricerca-iit-impiantata-prima-retina-artificiale-organica_bcad5530-69eb-4a69-a9e0-193d070c3a57.html
https://www.keysight.com/main/editorial.jspx?cc=IT&lc=ita&ckey=2298463&nid=-34945.0.02&id=2298463

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